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la vigilia delle nozze. |
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Addio, materni vezzi! Addio, dimora
Di pace e riso! Del perduto bene
33Chi l’accorata vergine ristora?
Agar novella, per l’ardenti arene
Move di pauroso eremo e porta
36In vasel suggellato, unica spene,
Dello sposo l’amor. Che se un dì morta
Le sia nel core questa fè: se senta
39D’esser sola quaggiù, chi la conforta?
Così vien che più spesso il cor si penta
Che più facile amò! Non tu, Maria,
42Che il patrio tetto puoi lasciar contenta.
Quella casa t’è nota, a cui per via
L’occhio levavi incerto e verecondo:
45Amor colà t’attende e cortesia.
Lo stesso mar, lo stesso ciel giocondo
Ti fia dato goder; con lui che adori
48Per te fia volto in un elisio il mondo.
Felice ti sapea, di miti amori
Paga, a’ soavi tuoi fratelli appresso,
51Quel giorno ch’ei t’ha chiesta a’ genitori.