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E quei n’ha peggio ch’altramente giudica.
Perchè, s’hai donna in casa, non ti credere
Nè sereno giammai nè lieto ed ilare
Tutto un giorno condur. Buon patto io reputo
Se puoi la fame da’ tuoi lari escludere,
Ospite rea, che gl’Immortali abborrono.
Se mai t’è data occasion di giubilo,
O che dal Ciel ti venga o pur da gli uomini,
Tanto adopra colei, che da contendere
Trova materia. Nè gli strani accogliere
Puoi volentier se alberghi questa vipera.
Più ch’ha titol di casta, e più t’insucida;
Chè men la guardi: ma si beffa e gongola
Del tuo caso il vicin; chè spesso incontraci
L’altrui dannar, la propria donna estollere.
Nè ci avveggiam che tutti una medesima
Sorte n’aggreva, e che la donna è ’l massimo
Di tutti i mali che da Giove uscirono.
Da Giove, il qual come infrangibil vincolo
Nel cinse al piè; tal che per donne a l’erebo
Molti ferendo e battagliando scesero.