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DELLA SATIRA DI SIMONIDE SOPRA LE DONNE
MDCCCXXIII
Giove la mente de le donne e l’indole
In principio formò di vario genere.
Fe’ tra l’altre una donna in su la tempera
Del ciacco; e le sue robe tra le polvere
Per casa, ruzzolando, si calpestano.
Mai non si lava nè ’l corpo nè l’abito,
Ma nel sozzume impingua e si rivoltola.
Formò da l’empia volpe un’altra femmina,
Che d’ogni cosa, o buona o mala o siasi,
Qual che tu vogli, è dotta; un modo un animo
Non serba; e parte ha buona e parte pessima.
Dal can ritrasse una donna maledica
Che vuol tutto vedere e tutto intendere.
Per ogni canto si raggira e specola,
Bajando s’anco non le occorre un’anima;
Nè per minacce che ’l marito adoperi,
Nè se d’un sasso la ritrova e cacciale
Di bocca i denti, nè per vezzi e placide
Parole e guise, nè d’alieni e d’ospiti