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XXI


Venner certi animali orrendi e strani,
    Di razza sopra ogni altra ossosa e dura:
    Gli occhi nel petto avean, fibre per mani,
    Il tergo risplendente per natura,
    Curve branche, otto piè, doppia la testa,
    Obliquo il camminar, d’osso la vesta.



XXII


Granchi son detti: e quivi a la battaglia
    Lo scontraffatto stuol non prima è giunto
    Che si mette fra’ sorci, abbranca, taglia,
    Rompe, straccia, calpesta. Ecco in un punto
    Sconfitto il vincitor; la rana il caccia,
    E quelli onde fuggia, fuga e minaccia.



XXIII


A’ granchi ogni arme si fiaccava in dorso:
    Fero un guasto, un macello innanzi sera,
    Mozzando or coda or zampa ad ogni morso.
    E già cadeva il Sol, quando la schiera
    De’ topi si ritrasse afflitta e muta:
    E fu la guerra in un sol dì compiuta.