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XXIV


Postami per dormire un pocolino,
    Ecco un crocchiare eterno di ranocchi
    M’introna in guisa tal, ch’era il mattino
    Già chiaro quando prima io chiusi gli occhi.
    Or quanto a questa guerra, il mio parere
    È lasciar fare e starcela a vedere.



XXV


Non saria fuor di rischio in quella stretta
    Un nume ancor. Credete a me: la gente
    Quand’è stizzita e calda, non rispetta
    Più noi ch’un becco, un can che sia presente.
    Disse Palla: a gli Dei piacque il consiglio.
    Così piegaro a la gran lite il ciglio.