Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
( 58 ) |
IX
Mia madre è Leccamacine, la figlia
Del rinomato re Mangiaprosciutti.
Con letizia comun de la famiglia,
Mi partorì dentro una buca; e tutti
I più squisiti cibi, e noci e fichi,
Furo il mio pasto a que’ bei giorni antichi.
X
Che d’ospizio consorte io ti diventi,
Esser non può: diversa è la natura.
Tu di sguazzar ne l’acqua ti contenti;
Ogni miglior vivanda è mia pastura;
Frugar per tutto, a tutto porre il muso,
E viver d’uman vitto abbiamo in uso.
XI
Rodo il più bianco pan, ch’appena cotto,
Dal suo cesto, fumando, a se m’invita;
Or la tortella, or la focaccia inghiotto
Di granelli di sesamo condita;
Or la polenta ingrassami i budelli,
Or fette di prosciutto, or fegatelli.