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VI


Io guida ti sarò; meco verrai
    Per quest’umido calle al tetto mio:
    Ivi ospitali egregi doni avrai;
    Chè Gonfiagote il principe son io;
    Ho ne lo stagno autorità sovrana,
    E m’obbedisce e venera ogni rana.



VII


Chè de l’acque la Dea mi partoriva,
    Poscia ch’un giorno il mio gran padre Limo
    Le giacque in braccio a l’Eridano in riva.
    E tu m’hai del ben nato: a quel ch’io stimo,
    Qualche rara virtude in te si cela:
    Però favella, e l’esser tuo mi svela.



VIII


E ’l topo a lui: quel che saper tu brami
    Il san gl’iddii, sallo ogni fera, ogni uomo.
    Ma poi che chiedi pur com’io mi chiami,
    Dico che Rubabriciole mi nomo:
    Il padre mio, signor d’anima bella,
    Cor grande e pronto, Rodipan s’appella.