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Intanto io per te piango, o donna mia,
Che m’abbandoni, ed io solo rimango
Del mio spietato affetto in compagnia.
Che penso? che farò? di chi mi lagno?
Poi che seguir nè ritener ti posso,
Io disperatamente anelo e piagno.
E piangerò quando lucente e rosso
Apparrà l’oriente e quando bruno,
Fin che ’l peso carnal non avrò scosso.
Nè tu saprai ch’io piango, e che digiuno
De la tua vista, io mi disfaccio; e morto,
Da te non avrò mai pianto nessuno.
Così vivo e morrò senza conforto.