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E L E G I A   II



Dove son? dove fui? che m’addolora?
     Ahimè ch’io la rividi, e che giammai
     Non avrò pace al mondo insin ch’io mora.
Che vidi, o Ciel, che vidi, e che bramai!
     Perchè vacillo? e che spavento è questo?
     Io non so quel ch’io fo né quel ch’oprai.
Fugge la luce, e ’l suolo ch’i’ calpesto
     Ondeggia e balza, in guisa tal ch’io spero
     Ch’egli sia sogno e ch’i’ non sia ben desto.
Ahimè ch’io veglio, e quel che sento è il vero;
     Vero è ch’anzi morrò ch’al guardo mio
     Sorga sereno un dì su l’emispero.
Meglio era ch’i’ morissi avanti ch’io
     Rivedessi colei che in cor m’ha posto
     Di morire un asprissimo desio
Ch’allor le membra in pace avrei composto;
     Or fia con pianto il fin de la mia vita,
     Or con affanno al mio passar m’accosto.
O Cielo o Cielo, io ti domando aita.
     Che far debb’io? conforto altro non vedo
     Al mio dolor, che l’ultima partita.