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sulla tortura. | 51 |
que si pregia di avere una porzione d’umanità nel cuore. Allora fu che usciti gli uomini dalla ignoranza si occuparono faticosissimamente nell’addestrarsi fra un inviluppo di opinioni e di parole, e che sui rottami delle opinioni greche, arabe ed ebree si eressero le università, nelle quali gravemente colle opinioni platoniche, peripatetiche e cabalistiche, unite ai dettami di Avicenna e di Averroè, s’imparò a delirare metodicamente in metafisica, in fisica, in medicina, in giurisprudenza e in tutte le altre facoltà. Vennero poi il Claro, il Girlando, il Tabor, il Giovannini, lo Zangherio, l’Oldekop, il Carpzovio, il Gandino, il Farinaccio, il Gomez, il Menocchio, il Bruno, il Brunoro, il Carerio, il Boerio, il Cumano, il Cepolla, il Bossio, il Bocerio, il Casonio, il Cirillo, il Bonacossi, il Brusato, il Follario, l’Iodocio, il Damoderio e l’altra folla di oscurissimi scrittori, celebri presso i criminalisti, i quali se avessero esposto le crudeli loro dottrine e la metodica descrizione de’ raffinati loro spasimi in lingua volgare, e con uno stile di cui la rozzezza e la barbarie non allontanasse le persone sensate e colte dall’esaminarli, non potevano essere riguardati se non coll’occhio medesimo col quale si rimira il carnefice, cioè con orrore e ignominia.
Forse la metodica introduzione de’ tormenti, accaduta dopo il secolo XI, trae la sua origine dallo stesso principio che fece instituire i Giudizj di Dio, quando cioè si volle interporre con una spensierata temerità il giudizio dell’eterno Motore dell’universo nelle più frivole umane questioni; quando col portare un ferro arroventato in mano, o vero con immergere il braccio nell’acqua bollente, e talvolta coll’attraversare le cataste di legne ardenti, si decideva o l’innocenza o la colpa dell’accusato. In quella barbarie dei tempi si credette che l’Essere eterno non avrebbe sofferto che l’innocenza restasse oppressa, e che anzi l’avrebbe sottratta al dolore e ad ogni danno; quasi che per le piccole nostre questioni dovesse Dio sconvolgere le leggi fisiche da lui medesimo create ad ogni nostra richiesta. Scemata poi col tempo la grossolana ignoranza, sentirono i popoli la irragionevolezza di tai forme di giudizio; e quelle del ferro, dell’acqua bollente e del fuoco ferendo gli sguardi della moltitudine, perchè fatte con solennità in pubblico, e precedute dalle più auguste cerimonie, dovettero cedere e annientarsi a misura che progredì la ragione; laddove esercitandosi le torture nel nascondiglio del carcere senz’altri testimonj che il giudice, gli sgherri e l’infelice, non trovarono ostacolo a perpetuarsi, essendo per lo più incallita la naturale compassione in chi per mestiero presiede a quelle metodiche atrocità, deboli i lamenti di quei che ne hanno sopportato l’orrore, e rari gli uomini, i quali, riunendo le cognizioni all’amore dell’umanità, abbiano avuto la costanza di esaminare un sì lugubre oggetto colla lettura de’ più rozzi e duri scrittori di tal materia, e la forza di resistere al ribrezzo, che porterebbe a lasciar cadere più volte la penna dalle mani.