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sulla tortura. | 49 |
l’uso della tortura per gli uomini. Non parlo degli schiavi, i quali nel loro sistema non si consideravano come persone, ma superficialmente come cose; in guisa che si vendevano, si uccidevano, si mutilavano colla padronanza e libertà medesima colla quale si fa di un giumento, senza che le leggi limitassero la padronanza sopra di essi. La tortura si dava ai servi, o sia schiavi, ma non ai cittadini e agli uomini. Se fosse male o ben fatto il degradare una porzione dell’umanità al segno de’ giumenti, io non ardirei di deciderlo. Quelle due nazioni sono state le nostre maestre; la loro grandezza tutt’ora ci fa maraviglia; noi non siamo giunti a pareggiare la loro coltura; e da un canto solo d’inconveniente mal si giudicherebbe del tutto insieme e della connessione necessaria che un disordine parziale talvolta tiene colla perfezione generale del sistema. So che quando in uno stato si voglia tenere una classe d’uomini annientata sotto l’arbitrario potere della nazione, ogni cosa che avvilisca e degradi quella classe sarà conforme al fine politico. Mi trovo al punto medesimo, sul quale fu l’immortale Presidente di Montesquieu, e non saprei dir meglio che servendomi delle di lui parole: Tant d’habiles gens, et tant de beaux génies ont écrit contre l’usage de la torture, que je n’ose parler après eux. J’allais dire qu’elle pourrait convenir dans le gouvernements despotiques, où tout ce qui inspire la crainte entre dans les ressorts du gouvernement; j’allais dire que les esclaves chez les Grecs et chez les Romains... mais j’entend la voix de la nature qui crie contre moi. Così egli1. Che i Greci non usassero tormenti contro i cittadini si scorge in Lisia, Orat. in Argorat., e Curio Fortunato Retore, Schol., lib. 2, e per i cittadini Romani dalla stessa legge 3 e 4 ad L. Jul. majestatis. Dopo che la libertà di Roma fu soggiogata, e piantata la tirannia, veggonsi esentate dalla tortura le persone di nascita, dignità o servigi militari. Durante però la repubblica, unicamente i servi erano sottoposti a questo strazio, non mai gli uomini, figli della patria e aventi una personale esistenza; quindi la L. 27 alla L. Jul. De adult., § 5, dice che liber homo tortus, non ut liber, sed ut servus existimatur.. Veggasi Sallustio in Catilin.2, che pure attesta che le leggi romane proibivano il dare la tortura agli uomini liberi. Quindi Cicerone, nella sua orazione Pro Silla, esclama contro l’insolita tirannia minacciata: Quaestiones nobis servorum, et tormenta minitantur.
- ↑ Vedi la traduzione italiana dell’opera di questo autore, Lo Spirito delle Leggi, a pag. 202 del vol. XXI della nostra Biblioteca Scelta di Opere Francesi.
- ↑ Nel vol. VII della Biblioteca Scelta di Opere greche e latine ho compresa la traduzione di Sallustio di Fra Bartolomeo da S. Concordio; e nel vol. XXII la traduzione di Vittorio Alfieri
Il Tipografo