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8 | osservazioni |
zione, del fanatismo e della rapina; cosicchè la proscritta verità in nessun luogo potè palesarsi. Cento quaranta mila cittadini Milanesi perirono scannati dalla ignoranza.
§. III.
Come sia nato il Processo contro Guglielmo Piazza, commissario della sanità.
Mentre la pestilenza infieriva più che mai dopo la processione già detta, la mattina del giorno 21 giugno, 1630, una vedova per nome Caterina Troccazzani Rosa, che alloggiava nel corritore1 che attraversa la Vedra de’ cittadini, vide dalla finestra Guglielmo Piazza che dal Carrobio entrò nella contrada, e accostato al muro dalla parte dritta entrando, passò sotto il corritore, indi giunto alla casa di S. Simone, ossia al termine della casa Crivelli, che allora aveva una pianta grande di lauro2, ritornò indietro. Lo stesso fu osservato da altra donna per nome Ottavia Persici Boni. La prima di queste donne disse nell’esame, che il Piazza a luogo a luogo tirava con le mani dietro al muro: l’altra dice, che alla muraglia del giardino Crivelli aveva una carta in mano, sopra la qual mise la mano dritta, che mi pareva che volesse scrivere, e poi vidi che levata la mano dalla carta la fregò sopra la muraglia.
- ↑ Questo corritore era sostenuto da un architrave posto sopra quattro Colonnette, ed appoggiavasi alla casa successiva a quella del Farmacista sig. Porati. Esso corritore fu demolito nel 1803, e la casa a cui era annesso la rifabbricò un Bartolommeo Barbini; da cui il sig. Avv. Borghi ottenne la Pietra portante l’iscrizione della Colonna Infame. (L’Editore.)
- ↑ Oggidì vi è una pianta di lauro, che si vede assai antica e che sopravanza il muro del giardino. Nella casa non alloggia alcuno della famiglia Crivelli. Vi alloggiano i signori Cattaneo. Dai libri parrocchiali di S. Lorenzo si vede che si sono battezzati dei figli di molte famiglie Crivelli dal 1623 al 1634: i padri di essi furono Vincenzo, Oliverio, Gian-Pietro, Andrea, Cristoforo, Gabriele, Gian-Paolo, Francesco, Antonio, Lodovico e Innocenzo, tutti Crivelli ammogliati, de’ quali si battezzarono i figli.
Officii patres, et affirmasse praesidi Archonato, quemadmodum certa dies esset praefinita daemoni, ultra quam diem, nulla potestas inferis, nulla licentia orco in populi Mediolanensis vitam. Haec verba praeses sanctissimi tribunalis inquisitor, praesidi nostro effatus litem quae de unguentis esset potuit videri diremisse authoritate apostolica, quae nec fallere, nec falli potest; il che prova che allora vi era chi non credeva a queste unzioni, come in seguito si vedrà.