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lo, devono essere regolate, allorchè però dalle mani de’ primi venditori passano in quelle de’ secondi, e che sono propriamente parlando salariati dal Pubblico per servigio di tutti.

I privilegj ec. Quest’Autore trasportato in favore della natura, e della libertà illimitata, ci trascinerebbe con la seducente eloquenza facilmente in errore, senza il soccorso della Storia, della moderna Geografia, e della notizia de’ Popoli barbari antichi, e moderni, che ci rappresentano col fatto un Quadro ben diverso della Natura, e della Libertà illimitata. L’esperienza pure ci fa conoscere, che se un Albero appunto annodato artifiziosamente oltre il dovere languisce, e malamente vegeta; quando all’incontro è abbandonato alla natura, senza che l’attento cultore lo ripulisca, lo curi, lo esamini alle Radiche, gli muti, e muova il terreno, ed anche occorrendo lo innesti, diviene selvaggio, le frutta divengono insipide, o cattive, e finalmente perisce. Questo c’insegna la Fisica, e l’esperienza: la Poesia poi parla con altro linguaggio; ma è linguaggio di Poesia. Massima Generale: dare al Commercio la libertà possibile: tenere i Commercianti, e gli Artefici, come tutti gl’Individui della Società nella possibile disciplina. Ne quid nimis.



D §. VIII.