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una sorta di spontaneità nel contribuente, ed essendo garanti verso l’erario non la nuda esistenza dell’uomo, ma gl’indispensabili bisogni di lui.

Cade il tributo sulla classe de’ Cittadini più deboli immediatamente, quando venga particolarmente imposto sulle vendite più minute. In alcuni paesi è libero il contrattare in grosse partite di alcune merci di uso pubblico, e non lo è il venderne in ritaglio per li giornalieri bisogni del più minuto popolo senza pagare un separato tributo. Di ciò ne nasce, che i più poveri e bisognosi mancando sempre di un capitale per provvedersi ad un tratto della consumazione di qualche settimana, debbono colle piccole compre di ogni giorno pagare talvolta la merce persino il doppio di quello che la pagano i più facoltosi. Ognuno facilmente sentirà, quanto poco sia umana e giusta una sì fatta maniera di distribuire il carico, e che tutti questi pesi di primo slancio imposti a quella parte di uomini che non possede, tendono a scoraggire l’industria, e desolare la parte più operosa della nazione, e conseguentemente essere tributi, che sarà sempre possibile ripartire altrimenti con utile della nazione.


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