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re, e così si sottrae una porzione della merce universale alla circolazione. Che se il padrone del fondo sarà pagato con tanti sacchi di grano, botti di vino ec. non vi saranno questi inconvenienti. Riflettasi pure, che l’eccesso dell’annua riproduzione sulla consumazione interna sarà sempre più facilmente trasportato agli esteri, quanto meno voluminosa sarà la derrata, e meno corruttibile; dal che si vede quali altre regole di agricoltura si possono aggiugnere.

Ma quando io dico, che questi oggetti son degni dell’attenzione del legislatore, e che un genere merita d’essere più promosso, e un altro più ristretto, non intendo dire perciò, che io creda mai bene l’obbligare i proprietarj con leggi dirette o penali ad abbandonare, o scegliere una coltura più che un’altra. Sì fatte leggi coercitive non possono mai produrre verun buono effetto, perchè limitando esse il diritto di proprietà per entro a troppo angusti confini, tendono a intimidire gli uomini, a scoraggire l’industria, e diminuire la ricerca dei campi, e a portare la freddezza in ogni parte, dove anzi conviene lasciar vegetare la vita, e schiudersi l’attività. Ciò si otterrà stabilmente e con pla-


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