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pronta a i cenni della vegliante signora. Finalmente parve, che Saffo, vinta dal sonno, alquanto sospendesse le continuate angosce; il che osservando la donna affettuosa cessò dal lavoro, e trattenendosi immobile e tacita, quasi frenava il respiro per non turbare un sonno così prezioso. Ma invano Morfeo spruzza l’onda Letea su di un petto infiammato da Venere, nè le feconde pianure dell’Asia produssero giammai quell’oppio benigno, che valga a sedare i sensi irritati dallo spasimo di amore: ond’è, che di repente si scosse la fanciulla, sorse dal tappeto, e sospesa tra la veglia, a cui la richiamava l’angoscia ed il sonno, a cui la costringeva la stanchezza delle pene, languidamente mosse qualche passo con semichiuse palpebre, e tronco alito dicendo, Me misera, barbaro Faone, Venere pietà. Osservava l’ancella questo delirio, e temendo ch’ella non si offendesse urtando in ciò che le si opponesse casualmente, fu costretta di trattenerla: al