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mo altrui senza turbare il proprio. Per la qual cosa mentre Saffo seguiva coll’artificio delle dita la varia soavità del canto, le cadevano dagli occhi sulla cetra involontarie lagrime, come se ascoltasse le querele d’Orfeo diviso dall’amato oggetto per barbara sentenza della morte. Guardava l’ancella fedele attentamente quelle lagrime: Dorilla non si accorgeva nè del pianto dell’una nè della pietà dell’altra. Ma oramai declinava il Sole, e la dubbiosa luce rendeva incerto ogni lavoro: onde sospese le muliebri occupazioni, Dorilla ritornò alla madre, e Saffo scese coll’ancella nel domestico giardino.