Pagina:Verri - Le avventure di Saffo e la Faoniade, Parigi, Molini, 1790.djvu/82

Rodope, che verso lei s’inoltrò disponendosi a confortarla. Ma Saffo trattenuta nel suo delirio dalla presenza di sua sorella, potè nascondere quel violento pensiero che gli aveva fatti spargere i fiori con dispetto involontario, e se stessa dominando: Va, disse all’ancella, recamene di freschi, che quelli erano già languidi e scoloriti. Alle quali parole ritornò placida la sorella, riaprendo le labbra al canto, e insieme rimovendo sollecitamente la spola. Rodope intanto uscì premurosa di compiacere Saffo, la quale abbandonò il capo alle mani, e tacque immersa nella sua profonda angoscia; Dorilla nondimeno credendo che aspettando i fiori ella in quell’atto oziozaFonte/commento: Pagina:Verri - Le avventure di Saffo e la Faoniade, Parigi, Molini, 1790.djvu/15 si trattenesse, seguitò, senza turbarla, ad empire di piacevoli note il risonante albergo. Ma Saffo, che prima di quel giorno fatale, gustava la soavità del di lei canto, e lo emulava colla cetra, nella quale era più d’ogni altra esperta, or sentiva quella voce come un