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brattato di polvere. Ma quegli ormai cieco e per l’arena entrata negli occhi, e per la brama di vendetta, mordendo le labbra, e con pupille ardenti, nondimeno cauto e pronto alle sorprese, tornò alla tenzone, ed accostandosi entrambi, alla fine di slancio strettamente si abbracciarono. Stettero da prima alquanto immobili aspettando ciascun di loro qualche atto dell’avversario, da cui ritrarne vantaggio, e quasi si combaciavano le vicine sembianze, offrendo agli occhi una piacevole differenza, il volto del giovine così leggiadro, accanto del satirico e polveroso del contrario atleta. Quando costui, impaziente della vittoria, incominciò a scuotere il garzone ora da una parte, ora dall’altra, agitandolo per istenderlo al suolo. Ma egli secondando agilmente gli urti violenti, reggeva se stesso come canna al vento, finchè gli si offerse l’opportunità d’introdurre la destra gamba, e con essa il di lui sinistro piede a se traendo, e nel tempo istesso spingendogli