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competitore, a fronte di quelle membra delicate, dovevano essere gli animi commossi da dubbio così pietoso. Mentre gli spettatori erano perplessi in questi pensieri, quelli attentamente guardandosi l’un l’altro da prima alquanto discosti, e poi con lento e cauto passo inoltrandosi, alla fine si slanciarono reciprocamente. Veniva il Cretese colle braccia aperte in atto non che di stringere, ma d’ingojare il garzone, il quale, deviando l’incontro, destramente inchinandosi passò sotto il di lui braccio, e quindi rivolgendosi rapidamente lo prese di dietro a i fianchi. Quegli però scuotendosi con impeto si disciolse, perchè non ancora Faone aveva potuto adattare le mani intrecciando le dita per afferrarlo sicuramente. Stettero così alquanto di nuovo discosti, ed il Cretese fremeva nel vedersi al principio del cimento quasi sul punto di essere superato, parendogli piuttosto audacia che valore la competenza di così delicato garzone. Che se la vergogna del