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bustezza mostravano i turgidi muscoli in quel modo che gli scultori sogliono rappresentare Ercole. Faone, senza ritardo, gettò animosamente ad un suo satellite il succinto sajo, sciogliendone al petto il nodo della fascia, ed apparve ignudo in tutto, fuorchè cinto della consueta zona atletica. Non erano così alte o smisurate le di lui membra come quelle del competitore, ma formate con piacevole proporzione. Non appariva in lui l’azione de’ muscoli esternamente visibili, ma soltanto dubbiosamente adombrati. Spuntava lanugine delicata dalle guance fresche come i fiori mattutini, ed il colore di tutta la persona non potrebbe in altro modo esprimersi, che mescolando i giglj alle rose. Erano sospesi gli animi, ma però tutti concordi nella propensione, perchè vinti dalla bellezza divina del giovine atleta, che desideravano ottenesse la corona, o almeno che uscisse illeso dal pericoloso cimento. Ed invero considerando la mostruosa forza del di lui