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Se con darsi in preda a’ piaceri col proprio sesso, credeva Saffo sottrarsi dall’amore dell’altro, restò certamente delusa nella sua idea, mentre s’innamorò con tanta violenza di Faone Suo paesano, che per lo di lui rigore perdè la vita, precipitandosi miseramente dalla rupe Leucadia.

A questo infelice amore sono diretti gl’inni, e le odi, da lei in varj tempi composti, che formano il presente poemetto, di cui parleremo in appresso, dopo di aver fatto memoria di altre notizie concernenti alla nostra poetessa.

Non ebbe Saffo (al dir di Strabone) chi la uguagliasse nel verseggiare. Ond’è, che vivente fu annoverata da’ Greci tra le muse, come ella stessa se ne gloria nel primo inno. I Mitileni fecero incidere in varie medaglie la di lei imma-

    Et de nimboso saltum Leucade minatur
    Mascula Lesbiacis Sapho peritura sagittis.

    Auson. in Cup. Cruc. fix.