Pagina:Verri - Le avventure di Saffo e la Faoniade, Parigi, Molini, 1790.djvu/39

Nò, disse quella, il tutto intenderai quando sappi ch’io sono la madre di Amore: e così detto sparve quasi nebbia al sole. Trattienti, o bella Dea, gridò prostrandosi Faone, e lascia che ti baci i candidi piedi e le mani ognor fragranti di ambrosia; ma la di lui voce si spargeva in vano all’aura, perchè la Dea fugace volò sull’alta cima dell’olimpo. Stette alquanto il garzone immobile per maraviglia, e quindi ritornando nella nave raccontò a’ nocchieri la portentosa fuga della Dea, tacendo però il dono, e tutti spinti da religioso timore pregaronla sommessi di mostrarsi propizia, quantunque assente, e quindi rivolsero la prora a Lesbo. Vi giunsero con propizio vento, ed arrivata la nave nel porto di Mitilene, Faone, che seco medesimo in tutto il tragitto aveva meditato qual mai fosse la virtù divina nell’angusto vaso raccolta, scese impaziente sul lido, agitato dal desiderio di farne esperienza, non aspettando che piacevoli effetti dal balsamo