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Ode quarta.

A VENERE.


Saffo, prega di nuovo questa Dea, acciò prima di morire le faccia rivedere il suo amato.


     Di Giove, o figlia amabile,
Vita di Saffo e speme,
Ecco al tuo piè la supplice,
Che a te tornar non teme.
     Il periglioso termine
Del mio penar si appressa:
Sono a i viventi in odio,
Ai Numi e da me stessa.
     Per tutto intorno, ahi misera!
Un freddo orror m’ingombra:
Di morte mi perseguita
La nera e pallid’ombra.