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pedirlo gli affettuosi seguaci, prevenne il loro arrivo. Ma forse avrebbe nel di lei animo la timidità del sesso superati gl’impulsi della religione, se Venere implacabile persecutrice tormentandola colla sua invisibile presenza, non si fosse tratta dalle bionde trecce un ago d’oro, con cui le tratteneva leggiadramente, e col quale pungeva il cuore della misera in quell’atto, compiacendosi con maligno sorriso delle di lei smanie. E però la dolente fanciulla agitata da quello stimolo irritante, qual giumenta punta dall’aculeo dell’ape, rivolse gli omerj al mare, gittò in capo il manto, strinse le palpebre, e sospirando si abbandonò per l’indietro a capitombolo. Accorse Clito, e mirando giù nell’ampio mare, nulla vide, perchè la caduta impetuosa dall’alto, avea tuffata nell’acque la misera, che poi in breve riapparve agonizzante, e che invano luttava colle onde prepotenti. Clito è fama, che a vista così luttuosa, si gittasse