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la misera fanciulla ritraendo il passo tremante, e ricoprì gli occhi col velo, per non rimirare scena così spaventevole. Giunse intanto Rodope, non consapevole per qual fine ivi fosse la smaniosa donzella; ma però dubitando di qualche disperata risoluzione, poichè la vide accostarsi al lembo di quella profondità, abbracciolla affettuosamente, appunto quando ella retrocedeva per orrore del veduto precipizio. Saffo da lei si disciolse inquieta, sgridandola, perchè la turbasse; ma non lasciando l’ancella di trattenerla e d’esortarla: io ti prego (disse a lei Saffo) per la tua fedeltà antica, la quale t’induce ad errare meco infelice compagna de’ miei delirj, di non impedirmi l’esercizio de’ sacri riti, siccome da me vuole il Dio dominatore di queste contrade, la di cui volontà or ora mi ha rivelata il sacerdote nel tempio. Io quì debbo invocare il Nume come in luogo a lui specialmente dedicato, e dove troverò, per quanto spero, alcun