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e ti mostrerò il sacro luogo, dove altri, non meno di te infelici, hanno spente le fiamme di amore. E così dicendo uscì dal tempio, e dietro all’orme di lui Saffo involta nel manto per religiosa verecondia. Vedi, disse il sacerdote, quel bianco promontorio, che s’inoltra nel mare, quella è la rupe di Leucate. Di là gittossi nelle onde sottoposte Deucalione per sanarsi dwll’amore di Pirra; di là Fobo Focense della progenie di Codro: di là Cefalo, figlio di Dioneo, amante non corrisposto di Ptaola. Ohimè! (interruppe intimorita Saffo) questo è adunque il sospirato rimedio, se altro egli non mi può apportare, fuorchè la morte! Avvegnachè come potrei io inesperta di nuotare non sommergermi in preda a’ pesci, quando sia caduta nelle acque profonde? Ma pur quando anche sia tale mio destino, sarà per me alla fine migliore questa morte, che così misera vita. T’inganni, (rispose quegli severamente) e sei degna di rimprovero,