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solitaria cima di un monte, così elevato, che le nubi ne’ tempi procellosi passavano dentro gli atrj di quella mole, e spesso anche tutta la ricoprivano. Ne’ tempi sereni per lo contrario era ivi più limpida l’aura e pura, e di là si dominava col guardo il vasto mare da lungi. Regnava in questo sacro recinto un religioso silenzio non interrotto, che dagli inni de’ sacerdoti, o dal muggito o dal belato delle vittime. Eravi nel mezzo il simulacro di Apollo in atto di avere pur allora lanciata la freccia, e di seguirla collo sguardo maestoso. Si chinavano prostrati avanti di lui i supplichevoli peregrini, che da varie remote contrade della Grecia, e de’ Barbari vi concorrevano a sospendere i voti o ad impetrarne di nuovi. Entrò dunque Saffo col capo chino e l’animo sommesso, e ripieno di religioso terrore nel sacro albergo, e quindi inoltratasi vide il sacerdote, che preparava all’ara un sacrifizio, al quale accostandosi con umile contegno, disse: