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dicendo si alzò, uscì dallo speco, e a lei d’appresso andò Faone con ciglia sospese, pupille intente, bocca socchiusa riguardando qual fosse la di lei intenzione. Quand’ecco ella prese colla destra mano chinandosi quanta rena poteva raccogliere, e la ristrinse, e quindi la gittò all’aura, e quantunque sembrasse il mare tranquillo, e fossero immobili le foglie della pendente edera all’ingresso dello speco, nondimeno quella rena, quasi spinta da vento impetuoso, si sparse in lunga striscia direttamente verso Cipro. Or vedi se l’aura spira propizia, aggiunse la donzella. Ma pur, rispose Faone, non tanto per voglia di garrire, quanto per desiderio di rimanersi con lei, lo veggo che non si scuotono punto le vaste vele del mio naviglio. E quella disse; Or ecco che ivi ancora giunge il vento, e il disse appena che tutte si scossero e gonfiarono. Già la ciurma del naviglio gridava per gioja, ed indicava a lui con segni, che ritornasse, onde non potendosi più tratte-