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lici. E quindi mostravasi egli non soltanto indifferente, ma contrario al proposto imeneo. Effetto lagrimevole dell’ira divina, che quanto dilettavano Saffo le vaghissime forme del garzone, altrettanto egli fosse nauseato da una fastidiosa avversione per le di lei sembianze, quantunque se non belle, per certo non dispiacevoli e freschissime. Pur egli, siccome di onesti e cortesi diporti, nascondeva sì fatta contrarietà, e altronde avendo in pregio le doti del di lei intelletto, si studiava di encomiarla per queste, ogni qual volta vi fosse occasione di sociale colloquio. Non lasciava però Eutichio di combattere colle ripulse, implorando i diritti ospitali, l’antica amicizia paterna, mostrando la convenienza dell’imeneo per la fama già sparsa de’ versi della fanciulla, e finalmente gli mostrò quelli per lui medesimo ultimamente composti. Ma la più delicata armonía d’ogni poetico lamento, forse potrà sollevare le pene amorose dell’