Pagina:Verri - Le avventure di Saffo e la Faoniade, Parigi, Molini, 1790.djvu/292

pietosamente profferite da un amatissimo labbro, rispose: Nulla mi puoi fare di più grato, quanto il narrarmi per quale, io non dirò umana, ma divina avventura tu sei quì giunto, se fu verace la lingua di questi barbari messaggieri, i quali hanno funestate queste aure, gracchiando come corvi meste grida di orribile vicenda. E mentre così ella gemendo interrogava, indicò stendendo la mano i due nocchieri, i quali attoniti di rivedere Faone, e di tanti casi in un punto, non sapevano esprimersi con parole. Ma egli vedendoli, chiamò entrambi per nome, e disse: Or veramente incomincio a gustare il dono della vita inaspettatamente fattomi dalla benignità del cielo, poichè non sopravvivo solo agli infelici miei compagni, ma ne ritrovo in voi i migliori. E quindi abbracciandogli affettuosamente volle intendere da loro come fossero approdati a quel lido, come salvi, e se di altri eglino avessero notizia. Alle quali richieste