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alcuno di artificiose parole. Ed a chi mai concessero le muse uno stile così preclaro, che potesse ben esprimere lo spasimo atroce di ascoltare taluno, che narri come un volto amatissimo sia oscurato dalla morte! Da prima adunque il cuore di Saffo al suono di quelle amarissime parole languì come un fiore, su cui spiri un vento pernicioso, e poi la di lei mente descrisse a se medesima il caso cogli accidenti più luttuosi, e quindi rimase immobile su quelle arene, non dando altri segni del suo affanno, se non l’estremo pallore. Ma finalmente, simile al vicino etna, scoppiò l’interno dolore; ed ella empiva di ululati quelle sponde, rimproverando que’ nocchieri di funeste menzogne, come spinti da genio maligno ad inventarle, per recare a lei cagione infinita di sospiri. Quegli intanto maravigliandosi non meno della di lei angoscia che dello strano rimprovero, si discostarono abbandonandola, e si rivolsero al loro