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compose nel silenzio della notte quel celebrato Inno a Venere.
Oh Venere immortal, figlia di Giove,
Fra i sorrisi del ciel, come ti alletta
Il tristo pianto che nel sen mi piove,
Misero segno della tua vendetta!
Tempo già fu che i miei sospiri in cielo
Giunsero a penetrar, ed or sovente
E così indarno io piango e mi querelo,
Che non v’è Nume in ciel per me clemente.
Tempo già fu che vidi al carro avvinte
Le colombe veloci in mezzo a’ venti
Spiegar l’ali per man d’Iride pinte,
E tu stessa guidarle. Ancor rammento
Il divino splendor di tue pupille,
E il pronto allora ed or negato riso.
Belle luci di Amor vere scintille,
Labbro che cangia averno in lieto eliso!
Pur quel labbro dicea: Perchè deliri
Misera Saffo, la tua mente oscura
Discernere non può che fra i martiri
Presenti cela Amor gioja futura,