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capriccio. Non dorme così tranquillo lo stanco agricoltore all’ombra della quercia nel meriggio estivo, nè ebbe mai tanta fiducia un bambino a i detti della madre, quanto era il mio letargo, quant’era la mia misera fede alle di lei proteste seducenti. A tanti inganni, ne’ quali era oscurato il mio intelletto, si aggiungeva ancora una imperizia totale del geloso affanno, onde siccome uomo nato nella reggia disprezza il volgo mendico, io derideva in altri quelle pene che già imminenti mi preparava la vendetta di amore. Giunse quel giorno crudele, la di cui luce infausta mi svelò in un solo momento quelle odiose verità, alle quali era stato per tanto tempo cieco il mio intelletto. Un padre, che mentre si sveglia dal soave riposo, ritrova il suo figlio amato in atto d’immergergli nel cuore insidiosamente un pugnale, non sarebbe così sorpreso, quanto io lo fui nello scoprire infedele quel labbro ch’io credeva incapace di mentire. Ma pure adunandosi nel