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però in minor tempo ch’io non te lo narro, divenni servo e non disciolto, se non dopo lunga serie d’affanni. Era il mio cuore come brace alquanto ricoperta di cenere, onde al soffio di quell’alito amoroso, divampò quasi paglia lungamente inaridita a i raggi del Sole estivo; e quindi io affascinato ne’ sensi dal velenoso filtro che stillava soavissimo dalle di lei labbra, tolsi i miei pensieri dalla contemplazione dell’universo, tutti in quel volto restringendoli. Perlocchè quell’io, che da prima colla chioma incolta e triviale manto, ricercava solitarie vie tacito e pensiero, quando poi conobbi il desiderio di piacere, imparai ben presto le voluttà de’ molli costumi, e poi divennero le mie vesti eleganti non meno che corrispondenti alla fresca guancia, e lo sparso crine raccolsi e profumai, studiando lieti e piacevoli modi, ma sempre sommesso a’ voleri di lei. Intanto la polvere ricoprì i volumi, che giacquero scordati nel piacevole un tempo ed allora