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mo, che gli ottimi cittadini tentarono di sanare talvolta i mali della patria inferma, come i chirurghi coll’amputazione, io però, venerando la fama di coloro che intrapresero così illustre opera, mi tolsi dalla ingrata vista di quelle ignominiose vicende, non per vile desiderio della vita, ma per principj moderati di saggia (a quello ch’io penso) e vera filosofia. Imperocchè quando sia oppressa la libertà in modo che non vi sia altro mezzo di farla risorgere, se non una congiura, è manifesto dalla esperienza, ch’essa non produce mai, o quasi mai migliore effetto, che il sacrificio d’ogni reliquia de’ buoni, il trionfo de’ malvagi, e la conferma della tirannia. La moltitudine non seconda il progetto valoroso, e rifiuta un dono che più non apprezza, cioè la libertà: i ricchi amano più le loro sostanze che la patria, nè per lei vogliono esporle a rivoluzioni pericolose: i magnati divengono strumenti necessarj nel gover-