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vengono i tormenti del cuore. Tu sei ben più atta, disse Nomofilo, a fargli altrui provare, che a soffrirli per te medesima, o bella e speculatrice anima; ed io non so, come a questa tua fresca età, si possano formare così provetti pensieri, onde già parli di angosce interne, e desideri la calma. Forse, rispose Saffo, v’è animo così felice, che non si lagni d’involontarj pensieri? Sono anzi così frequenti, che molti procurano dimenticare se medesimi o nel tumulto de’ piaceri, o nelle vicende dell’ambizione, o ne i pericoli della gloria, o nella intemperanza de’ vizj, o nello splendore della magnificenza. Che se ricerchi taluno che goda di se medesimo, io credo che non lo troverai, se non fra’ Numi. Non fa d’uopo, disse Nomofilo, di così lungo viaggio, perocchè, o donzella amabile, quantunque così melanconica nelle speculazioni, io ti presento quello che tu ricerchi, ed egli è Eutichio. Perdona, amico ospite, disse Saffo, a te non appartiene quanto