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cresciuti in retto solco, lasciando il rimanente degli ospiti ne’ fervidi colloquj già da loro intrapresi. Io vorrei in ogni modo, disse Eutichio, che questo mio soggiorno, e questi amici miei rasserenassero il tuo giovine volto, su di cui così sventuratamente amore ha distesa la funesta caligine che l’adombra. Imperocchè io non mi oppongo colla molestia di severe dottrine al disordinato impeto de’ tuoi desiderj, anzi vorrei per ogni onesto mezzo vincerli col sodisfarli, siccome la fame e la sete nè si sazia nè si estingue, se non col nutrimento e colla bevanda. Ma forse tu non sai, ch’io conosco Faone, la di cui famiglia mi è congiunta per antica ospitalità non meno che la tua, e mentre eravamo a mensa furono già da me spediti per ogni parte dell’isola opportuni messaggi, che mi recheranno avviso ovunque egli approdi; e quando in breve, com’io spero, ne avremo contezza, non avrai più destro paraninfo di me, il quale e colle parole e colle ope-