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CAPITOLO V.


La fuga notturna.


Ella è per certo grandissima infelicità quella di un animo perturbato dalle cure amorose, perchè non possono giovare alla insanabile infermità i più consueti rimedj della filosofia, debitamente chiamata medicina della mente. E quantunque sia così efficace l’uso de’ filosofici trattenimenti, che veggiamo come ciascuna setta, convinta delle proprie opinioni, conformi tutta la vita alle medesime, e soffrirebbe piuttosto povertà e vilipendj per la libertà dell’intelletto, che accettare gli onori e le ricchezze sottomettendolo a straniere dottrine; nondimeno la filosofia perde negli amorosi delirj la venerabile sua dignità, riducendo anzi a puerili costumi la grave vecchiezza, e ad opere imbecilli infino gli stessi