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mente con la verga pieghevole e fischiante; poi rivolta alla fanciulla, che aspettava in timido contegno l’oracolo divino, così con voce non propria, ma spinta dalla lingua mossa dalla Dea protettrice; Oh te misera, esclamò, quant’altri mai lo fosse, per la fiamma che t’arde nel petto, perchè nulla potrà estinguerla, se non inFonte/commento: Pagina:Verri - Le avventure di Saffo e la Faoniade, Parigi, Molini, 1790.djvu/15 flutto del mare! Vanne però a Leucate, ed ivi il sacerdote di Febo ti dirà quanto ora è costretto il mio labbro di nascondere nelle sacre tenebre di un silenzio divino. Esci dall’antro, ho detto assai, quì non devi ritornare, nè più rivedermi. Così dicendo sparve, lasciando alla perplessa fanciulla il misero conforto delle dubbiose e fatali parole. Imperocchè un naufrago nuotatore spinto dalle onde sulla deserta spiaggia sarebbe forse meno incerto della sua sorte, di quello che Saffo lo fosse dopo gli oscuri sensi dell’oracolo. Ma ricuperando a poco a poco gli officj smarriti dell’intelletto, s’avviò tacitamente colla ancella fuori dell’