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rispose Stratonica, ed è potente più che non credi; ma tanta è, sino fra gli Dei, ineguale la bilancia della virtù, e del diletto, che questo, quasi fosse più leggiero, si è sollevato in cielo, e l’altra, per se medesima grave, è caduta ne’ più remoti abissi dell’universo. Dicea tai parole fremendo la divinatrice, quasi fosse spinta contro sua voglia a ragionare di arcani riserbati soltanto a pochi, e non rivelabili alla insensata moltitudine. Ma Saffo stimolata anzi dalle oscure parole a desiderio più vivo di penetrarne il senso, vedendo che Stratonica premea le labbra sforzandole al silenzio: Deh sodisfami, esclamò, e sieno le tue parole più corrispondenti alla insufficienza del mio sommesso intelletto. Così dicendo si chinò verso di lei abbracciandole le ginocchia, la quale commossa dall’atto divoto; Sorgi, disse, o fanciulla ben degna di più chiari consigli e più avventurosi, perocchè l’anima tua brama di godere nell’acquisto delle