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CAPITOLO III.


L’esperimento dell’acqua.


Ascoltò la fanciulla con le ciglia sospese, e le palpebre immobili i carmi della divinatrice, la quale con voce ordinaria, ma con suono armonioso di canto profferendoli, riempì con quelle note le echeggianti cavità dell’ampia grotta. Era per Saffo cagione di maraviglia, la improvvisa facilità del metro, per cui ella avea non ordinario senso; ma molto più considerando come Stratonica avesse penetrate le circostanze tutte della infelice avventura, non che i nomi e di lei e del nocchiere, con la sola scorta delle esterne apparenze delle mani e della fronte. Oh sapientissima donna, proruppe Saffo! Omai tutta comprendi la miseria mia, e se pari è la pietà del tuo cuore alla divina perspica-