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quella violenta brama che tutto vince, cioè l’amore? Tacque Saffo a tai parole chinando gli occhi, e le palpitava il seno come l’onda s’agita verso le rive de i limpidi ruscelli; e però sospesa nel silenzio, atterrita dallo squallore dell’antro, e dalle ammirabili congetture della divinatrice, nulla rispondendo, per lei soggiunse Rodope: Per verità, o divina Stratonica, ordinaria ed umana congettura è quella, che tu saggiamente hai concepita nell’animo intorno alla cagione che quì lei conduce, e me di lei fedele ancella; ma nè ordinario, nè umano esser può quel rimedio, il quale rechi a tanta infermità valevole conforto. Avvegnachè di quante fanciulle languenti per amorose ferite quì entrarono piangendo ad invocare questi Numi, tu vedi ora in lei la più misera di tutte. Perchè tu dei sapere... Taci, interruppe Stratonica, non fa bisogno che tu mi spieghi ciò che posso interpretare da me stessa. Dammi la tua destra, o fanciulla, te ne prego: