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traeva seco, precedendola e confortandola. Imperocchè Stratonica era appunto occupata ne’ suoi riti, circostanza favorevole a’ loro desiderj, quandochè talvolta abbandonando ella le sue arti, fuggiva nella più remota parte della foresta inaccessibile a tutti, laddove se ritornava all’antro, concedeva que’ conforti che le venissero sommessamente richiesti. Ma se taluno, incredulo a que’ misterj, avesse ardito penetrarvi; le ombre abitatrici di quelle sacre foreste atterrivano l’audace cogli spettri e minacciose larve, per le quali egli era costretto deporre dall’animo l’empia arroganza, e fuggire tremando. Mentre s’inoltravano viepiù le donne in quei cupi recessi, cadeva loro sulle vesti qualche stilla delle interne fonti, le quali rendevano anche sdrucciolante il mollo sentiero; ond’esse involgendo il capo nel manto, con lenti passi, cautamente progredivano verso il lontano splendore, il quale però gradatamente cresceva, e insieme più distinte si udivano le voci e