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riassumere, come sai, in Sicilia le negoziazioni alquanto interrotte per la morte del mio buon genitore, alle di cui ceneri avendo compartite copiose lagrime, spero di ritrovare nell’imeneo di Cleonice, quando io ritorni, quella consolazione che nessun’altro oggetto finora è stato valevole di procurarmi. Tu che sei discreto estimatore degli affetti, e de i doveri, potrai giudicare, se giustissime sieno le cagioni, per le quali io sono costretto a ricusare così preziosa offerta. Alle quali parole, ben vedi, se io poteva contrastare senza manifesta ostinazione. Però se ascolti in questa tua estrema angustia la paterna ed amica voce; e se la esperienza della mia vita ha qualche autorità nell’animo tuo, io ti esorto, non già a dimenticar Faone (perchè non ignoro quanto sieno lente a risanarsi le punture del dardo amoroso) ma bensì ad intervenire ai giochi, ed alle radunanze festive, nelle quali, benchè tu non lo creda, ritroverai fra molti