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vitano colla serena calma ad esporsi a pericoli mortali anche il più volte naufragato nocchiero; e però chiunque leggerà questa narrazione, in vece di essere allettato agli insidiosi piaceri, che la Dea promette come sinceri, potrà vedere descritti, coll’esperienza di sì misera donzella, i lagrimevoli effetti del predominio di Amore. Ed avendo io di sopra già narrata la storia di Faone, non rechi maraviglia, se da me esposta, ha perduto quel fascino soave, ch’ebbe nella bocca di lui. Perchè io la scrissi seguendo le tradizioni della fama, e co i deboli soccorsi di uno stile senza disciplina. Ed anche mi è avvenuto di scrivere timidamente per riverenza verso la Dea, laddove parlò il garzone per divino impulso; nè la facondia de’ mortali può adeguatamente esporre quelle parole, che proferisce una lingua mossa da’ Numi.

Quand’ebbe il garzone terminata la sua narrazione si guardavano vicende-