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ciulla; da cui poichè lo intese, uscì fuori. Saffo lo accompagnava con tenere pupille, e Rodope intanto non ardiva d’interrogarla, se le erano stati piacevoli, o molesti i seguiti ragionamenti. Ma poichè vide, che si ricopriva col velo gli occhi, e soffocando i singhiozzi tergeva le copiose lagrime, ben comprese, che non altro che veleno aveva nuovamente succhiato il labbro troppo avido di così diffuso trattenimento, onde tacita aspettò, che le porgesse occasione di rinnovare gli affettuosi conforti. Nume crudele (proruppe la fanciulla con irreligioso delirio rivolta alla Dea) potevi tu immaginare più barbara discordia, che il negarmi gli allettamenti del volto, ed empirmi il cuore di così infruttuosi desiderj, onde io provi nel tempo istesso l’angoscia della mia umiliazione, e il tormentoso oggetto del trionfo altrui! Voleva abbandonarsi ad empie esclamazioni, ma la interruppe Rodope accorrendo, e disse: Te infelice, se ne’ tuoi mali dimentichi non che la