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si serve di te medesimo per esercitare a te incognite vendette. La facilità del ragionamento invitava a proseguirlo, e però Faone piacevolmente rispose: Non sia mai ch’io divenga ministro delle vendette, perchè mi sarebbe troppo grave così odioso impiego. Tu sei, disse quella, come i grandi, che inesperti delle angustie di bassa fortuna, non si commuovono a pietà de’ mendici. Tu ingegnosamente ragioni, rispose Faone, ma la tua opinione mal corrisponde agli onesti sensi dell’animo mio. E giacchè tu mi inviti cogli allettamenti di non meritata lode, e insieme con lo stimolo d’ingiusti rimproveri, a palesarti il segreto del cuore, io ti dirò, che amo sinceramente. Che se questa Dea, siccome avanti di lei, attesto per gratitudine, ha voluto spandere su di me qualche raggio benigno, per cui mi sia meno difficile la difficile fortuna di piacere, sappi, o leggiadra fanciulla, che non avverrà mai, ch’io, abusando di questi pregi, mi compiaccia d’inspirare altrui