Pagina:Verri - Le avventure di Saffo e la Faoniade, Parigi, Molini, 1790.djvu/104

proclive il sentiero. Mentre che tacita contemplandolo, e vereconda tai voti porgeva alla Dea, Faone guardava il vapore, che si sollevava dall’ardente incenso, gettandone di nuovo nelle infiammate brace quando il primo fosse consunto, compiacendosi di onorare il Nume a lui così propizio. La Dea intanto, o fosse nuova benignità verso del cortese nocchiero, o fosse per vieppiù accrescere il tormentoso ardore di Saffo, con nuovi raggi di sovraumana bellezza rendeva in quel punto, ancor più leggiadro il di lui volto, già ripieno di grazie; e Saffo guardandolo con insaziabili pupille, ne traea nuovo alimento alla sua fiamma. Averebbe pur voluto avvicinarsi a lui; ma la modestia de’ costumi tratteneva la libertà del desiderio, onde perplessa fra l’attrattiva ed il ritegno, chinandosi alla vicina Rodope; Guarda, le disse, chi prega a quelle are, indicandole il garzone che ardeva profumi. Per certo, esclamò la fedele ancella, sono degne di pietà le tue