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NOTTE II - COLLOQUIO V
l’aviditá delle prede, egli spinse le armi contro Cauca, doviziosa
cittá loro. Essa non preparata a resistere, si rese ad onesti patti,
ed ammise le vincitrici legioni. Le quali poiché vi furono, il feroce
Licinio svelando tutta la sua perfídia, sterminò ben ventimila
cittadini, e gli uomini provetti, le femmine, i fanciulli rimasti
come avanzi spregevoli vendè. Tu pur sai come non guari che
fosse da te distrutta Numanzo, ella avea stabilita pace solenne
alla presenza dell’esercito romano col proconsolo Q. Pompeo.
Ma il Senato volendo continuare per sua utilitá quella impresa,
disapprovò tale concordia. I messaggeri numantini ricorsero qui
indarno, perché non valse loro la pubblica fede. Anzi i Conscritti
con sublime impostura smentirono il vero; e quindi Numanzo
fu abbandonata al tuo sdegno tremendo.
I quali esempi emulando Servio Sulpizio Galba pretore nella Lusitania, allora devastò col ferro e con le faci quella provincia, rattenuto soltanto dall’oceano occidentale, fin dove giunsero le insaziabili sue rapine. Quelle nazioni desolate chiesero pace. Il pretore consentí alla inchiesta, simulando anzi pietá di quelli fra loro i quali abitavano regioni ingrate, e proponendo di trasportarli in piú ubertose. Essi pertanto adescati da quella benevolenza, furono divisi in tre colonie pronti a trasferirsi nelle provincie loro assegnate. Il pretore con lusinghiere persuasioni gl’indusse a radunarsi in tre separati alloggiamenti. Quindi recandosi ad uno di quelli, con soave contegno incominciò a dolersi ch’eglino, sendo amici del Popolo Romano, anzi avendo ornai con esso comune la patria mediante la pace, rimanessero ancora sull’armi. Gli supplicava pertanto a deporle, come un indizio odioso di non meritata diffidenza. Il quale insidioso ragionamento cosí penetrò l’animo di que’ semplici, che ne furono persuasi. Ma poi, raccolte le armi tutte e collocate in disparte, il pretore, che avea inventata quella frode, sollecito di eseguirla, ordinò a’ suoi che circondassero la moltitudine disarmata, e tutta la sterminò innanzi il suo formidabile aspetto. Que’ miseri invocavano la vendetta del cielo per l’esecrabile tradimento; il pretore guardava intrepido la strage. Poscia giá esperto per questa prima insidia e lieto dell’evento sanguinoso, distrusse con le medesime